venerdì

IPERTENSIONE ARTERIOSA E ALIMENTAZIONE

Esistono fattori sicuramente in grado di interferire incrementando i valori pressori, il più importante è l'obesità, seguita dall'uso dall'alcol, dall'abuso di cloruro di sodio e dall'eccesso di grassi alimentari.Infatti si nota che la riduzione del peso in un soggetto obeso si accompagna alla riduzione dei valori pressori.La correlazione alcol ipertensione sembra essere più spiccata per la pressione sistolica, piuttosto che per la diastolica, occorre quindi ridurre drasticamente il consumo di alcol.per quanto riguarda il sodio si consiglia di ridurrne l'introito senza giungere a restrizioni eccessive che, interagendo con il sistema renina/angiotesina,interferirebbero negativamente sul risparmio del potassio. l'RDA di sale raccomandato minima è di 500mg/die.Alcuni studi conferiscono ad un generoso apporto di potassio alimentare , la possibilità di contribuire positivamente nella riduzione delle ipertensioni sodio-dipendenti.Per quanto riguarda il contributo dei grassi alimentari nella genesi della malattia ipertensiva, si consiglia di non superare il 20% delle calorie giornaliere totali con un rapporto poliinsaturi/saturi vicino all'unità.Particolarmente utili gli acidi grassi polinsaturi della serie omega - 3 contenuti abbondantemente nel pesce azzurro. Una corretta alimentazione è alla base della tutela e del mantenimento della nostra salute.

martedì

LA DIVERTICOLOSI

La malattia diverticolare insieme alla stipsi che ne può essere peraltro la causa, può essere considerata come una conseguenza delle mutate abitudini alimentari miranti ad un eccessiva raffinazione degli alimenti. la fibra,infatti, ed in particolare quella insolubile derivata dai carboidrati e dalla lignina , aumenta il volume fecale e l'idratazione delle feci favorendo in questo modo l'evacuazione ed impedendo le elevate pressioni endoluminari che in soggetti predisposti, possono condurre ad una vera e propria ernia della parete intestinale: il diverticolo. Ne consegue che la prevenzione, uno stile di vita sano e attivo e la terapia alimentare risultino il gold standard. la dieta per stipsi e diverticoli ( non in fase acuta) deve prevedere la reintroduzione graduale della fibra vegetale la cui dose ottimale sarebbe di 20/35 g/die.

giovedì

RISCHI LEGATI ALLE DIETE IPERPROTEICHE

Le diete vengono definite iperproteiche quando l'introduzione delle proteine risulta in eccesso rispetto alle esigenze nutrizionali del soggetto. le implicanze sono innumerevoli infatti chi assume troppe proteine assume troppo azoto sottoponendo i reni ad un superlavoro, inoltre le diete iperproteiche sono responsabili di una maggiore escrezione di calcio con le urine ne consegue un maggiore rischio di sviluppare osteoporosi, l'escrezione di calcio con le urine favorisce la formazione di calcoli renali.Le diete iperproteiche provocano la formazione di corpi chetonici con produzione di radicali liberi che determinano un alterazione a livello del DNA.Le proteine infatti assolvono funzioni fondamentali nelle cellule e hanno funzioni basilari nel mantenimento dell'equilibrio metabolico svolgendo funzioni plastiche, energetiche, immunitarie e di difesa dagli agenti esterne dunque in assenza di patologie le diete devono essere normoproteiche, mentre nei soggetti con insufficienza renale cronica e acuta sicuramente ipoproteiche. Non lascioamoci ingannare dai dimagrimenti repentini e dalle diete fortemente squilibrate.